Anteprima di Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini di Mackenzi Lee.


Cari Readers! 😀
Benvenuti nel primo Review Party organizzato da me, (alessandra_nekkina93_72 pagina Instagram), grazie alla librimondadori per avermi permesso di organizzarlo e per la copia e alla oscarvault per aver inserito questo titolo nel loro catalogo.
E grazie a lapetitepritt per aver risposto al mio grido di aiuto per la copertina/banner/poster, chiamatelo come volete :’D


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Prima di procedere con la mia recensione, due cose importanti:
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-Questa è un’edizione particolare e speciale, cioè sono due volumi insieme. Da una parte trovate il primo romanzo, se prendete e voltate il romanzo, troverete il secondo volume. (Recensione tra 3 giorni del secondo!).
-Come seconda cosa, ovviamente vi lascio prima la trama!

“Se tutta l’Inghilterra stesse sprofondando nel mare e io avessi l’unica scialuppa con l’unico posto per una persona in più, salverei Percy; e se lui fosse già affogato, probabilmente non salverei nessuno. Anzi, probabilmente non avrebbe molto senso nemmeno salvare me stesso.”

Titolo: Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini (#1) di Mackenzi Lee.
Titolo originale: The Gentleman’s Guide to Vice and Virtue.
Uscita: Il 29 settembre 2020.
Pagine: 424.
Editore: Mondadori.
Collana: Oscar Fantastica. Oscar Mondadori Vault.
Genere: Fantasy Storico, LGBTQ.
Costo: 28 euro.
Trama: “Henry “Monty” Montague è nato per essere un gentiluomo, ma né i collegi più esclusivi d’Inghilterra né la disapprovazione del padre sono riusciti a imbrigliare le sue passioni: il gioco, il buon vino, e l’amore di una donna. O di un uomo. Monty si è infatti innamorato perdutamente del suo migliore amico, Percy, con il quale parte per il Grand Tour: un ultimo anno di fuga e di follie edonistiche prima di assumersi le sue responsabilità di lord. Ma un’incauta decisione trasformerà quel viaggio in una caccia all’uomo attraverso l’Europa, mettendo in discussione tutto il mondo di Monty.”

«Se tu non ci fossi, sarebbe tutto peggio. Una merda totale. Una noia, e poi io rimarrei solo, e… non pensarci neanche, eh? Non essere morto. Mi dispiace che ti abbiano espulso e mi dispiace per tuo padre, ma sono contento che tu sia a casa e… in questo periodo ho bisogno di te, davvero. Non voler essere morto, perché io sono felice che tu sia vivo.»
Silenzio profondo per un attimo, poi Percy aggiunse: «Capito?».
E io risposi: «Capito».”


Recensione: “Monty è un ragazzo che ha letteralmente tutta la vita programmata, ancora prima della sua nascita.
Monty vive in una gabbia e ogni anno che passa, questa gabbia si restringe sempre di più, fino quasi a soffocarlo.
Non aiuta di certo l’epoca in cui vive, dove le persone come lui non vengono accettate e se scoperte messe al patibolo.
Si, perché Monty in giovane età si rende conto di essere attratto da entrambi i sessi e sicuramente questo non aiuta.
Non aiuta un padre soffocante e violento, che vuole rinchiuderlo in una vita che lui non vuole e che lo massacra di botte quasi fino alla morte, quando scopre il motivo per cui Monty viene espulso da scuola.
Monty usa l’alcool, il sarcasmo e il menefreghismo per proteggersi.
Per proteggersi dal padre violento, dagli amici che l’hanno abbandonato.
Solo Percy è rimasto al suo fianco, Percy che è il suo migliore amico fin dall’infanzia e per cui forse sta iniziando a provare qualcos’altro.
Per l’ultimo anno libero prima di iniziare una vita che non vuole, Monty vorrebbe fare un gran tour per l’Europa, visitare varie città europee divertendosi senza pensare a nient’altro.
Senza pensare al futuro che lo aspetta, un futuro oscuro per lui.
Un futuro dietro l’angolo, pronto ad allungare la mano e stringerlo nella sua morsa.
Il problema è che Monty non mette in conto i piani diversi del padre e gli affibbia un tutore.
Così, Monty, la sorella Felicity e il suo migliore amico Percy, si ritrovano a viaggiare con Lockwood, che non farà altro che farlo “studiare” e incontrare persone importanti.
Durante il viaggio farà un passo falso.
E nel fare una sua marachella, senza volerlo attirerà su tutto il gruppo dei nemici che vogliono ucciderli e riprendersi quello che lui per gioco ha rubato.
Questo li porterà a vivere un’incredibile avventura in giro per l’Europa, com’era nei loro piani originali.
Tra alti e bassi, faranno un viaggio dentro se stessi oltre che per le città più belle, per rimediare al torto commesso.
Ma nel cercare di rimediare al torto, una scoperta più grande e scioccante cadrà tra le mani di Henry (Monty), una chiave per arrivare alla pietra filosofale, un elisir che può curare tutti i mali.
Monty vuole a tutti i costi quell’elisir, non per se stesso, ma per Percy.
Percy è epilettico, una malattia diffusa ai giorni nostri, conosciuta e con cure adeguate.
Ma nel 1700 la maggior parte delle persone ritiene che sia il demonio a possedere chi soffre di epilessia, non c’è cura se non prendere e mandarli a morire in manicomio.
Monty cercherà di far di tutto per impedire che questo accada, così inizierà la loro ricerca.
Il loro percorso non sarà semplice, sarà pieno di ostacoli e pericoli dietro ogni angolo.
Riusciranno a trovare l’elisir?
Riusciranno ad usarlo e curare il male di Percy?
Riusciranno a visitare l’Europa?
Riusciranno a evitare i loro destini ormai segnati?
Combatteranno contro superstizioni assurde e sbagliate.
Combatteranno contro nemici potenti e pericolosi.
Alla ricerca di una cura che potrebbe essere inesistente o non funzionare, ma che allo stesso tempo esiste già: l’amore.
Quella di sapere amare una persona per quello che è, con i suoi pregi e difetti.
In una corsa contro il tempo, inseguiti dai nemici e inseguiti dai destini che li attendono, riuscirà il trio a superare gli ostacoli e trovare l’elisir?
Diversi personaggi incroceranno la loro strada e alcuni vi sorprenderanno davvero tanto.
Un finale davvero inaspettato e per niente prevedibile.
Una lettura scorrevole, veloce, intrigante, ogni pezzo non è messo a caso, ma andrà ad incastrarsi perfettamente nel puzzle finale.
Una lettura che stupisce continuamente il lettore e che rende difficile staccarsi per andare a mangiare o dormire.
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Dal titolo può sembrare un romanzo leggero e frivolo, invece è molto più profondo di quello che si possa pensare.
Con quel tocco di ilarità che lo rende perfetto nell’incastrare tutti i pezzi e mai pesante.
Con un tocco di magia alchemica.
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Fin dalle prime righe, ci si rende conto che Monty è più di quello che appare.
Che dietro a quel sarcasmo pungente, quel menefreghismo a volte esasperante e quel troppo alcool, si nasconde un animo ferito.
Un animo che ha bisogno di essere preso per mano e abbracciato.
Beve per dimenticare, per non pensare alla sua vita, al padre, al futuro che lo aspetta, alle persone che l’hanno ferito, tradito e abbandonato.
Sono tutte armi di difesa.
Il XVIII secolo è un secolo difficile per persone come Monty, Felicity e Percy.
Monty perché ribelle e bisessuale.
Felicity perché donna ribelle che vuole studiare, imparare e fare lavori consoni secondo loro per soli uomini. La vogliono domare, ma lei non è una ragazza facile da domare.
Percy perché ragazzo di colore e il razzismo impregna le strade Inglesi come il resto del mondo,
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Vengono affrontati diversi temi.
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-Il primo è una domanda che si può trovare tra le righe.
E’ davvero così importante avere tanti soldi per essere davvero felici?
Non fraintendetemi, ogni persona sana di mente desidera avere denaro a sufficienza per vivere in modo dignitoso e per acquistare quello che gli serve e qualcosina per premiarsi delle fatiche giornaliere.
Ma qua troviamo Henry (Monty), bloccato in una vita che non desidera.
In una vita già designata per lui da tanto tempo, quella di diventare il Lord della terra di famiglia e dover seguire le regole imposte dalla società aristocratica.
Tutti pensano che sia un privilegiato, ma non sanno il lato oscuro dietro a tutto quanto.
Al motivo per cui si sente soffocare in quella casa e in quella vita.
Oltre al non aver la libertà di scelta.
Quindi la domanda risulta spontanea, avere milioni su milioni, porta in automatico la felicità?
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-Il secondo è un’altra domanda, cosa sareste disposti a fare per le persone che amate, a cui tenete?
Monty si denigra definendosi un codardo che non sa fare nulla.
Invece in molte occasioni dimostra un coraggio veramente bellissimo, forte.
Il coraggio che nasce dal lottare per aiutare le persone a cui si tiene e in quelle occasioni mette da parte le sue paure più profonde, prende in mano la situazione e tira fuori un coraggio incredibile.
Monty può sembrare insensibile a chiunque, ma invece durante la storia prenderà una decisione importante e niente e nessuno riuscirà a smuoverlo.
E’ disposto a fare di tutto per salvare Percy, anche cose che potrebbero sembrare sbagliate per molti motivi.
Ti porta a pensare a cosa noi lettori saremmo disposti a fare.
Personalmente credo proprio che prenderei le scelte che prende Monty.
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-Il terzo è il tema della donna, della sua lotta continua per la parità dei sessi.
E tutto questo lo vediamo attraverso la sorella di Monty: Felicity.
Nel XVIII secolo, la vita della donna non era per niente semplice.
Relegate secondo la società patriarcale al ruolo di moglie e madre, non è consentito loro studiare per diventare medico o scienziato.
Non è consentito loro di pernottare in certi hotel, di entrare dentro certi luoghi.
Sono tante, troppe le cose negate alla donna, diritti che dovrebbe avere in quanto essere umano.
Ritenute mai tanto intelligenti, alle donne vengono impedite tante opportunità.
Ma forse è la loro paura di essere superati a far comportare così l’universo maschile.
Troviamo Felicity, una ragazza giovane ma forte, determinata.
Determinata a studiare medicina e disposta a passare il tempo a travestire i suoi libri di medicina, da libri romantici, quelli che secondo il padre sono più adatti a lei, in quanto donna.
Troviamo una Felicity che si vede continuamente sbattere porte in faccia, ma che non smette mai di lottare.
E le sue conoscenze saranno davvero di grande aiuto durante il loro viaggio.
Intelligente, forte, determinata, scaltra, Felicity conquisterà il cuore dei lettori con il suo animo combattivo e ribelle.
E’ un personaggio davvero molto umano, anche per alcuni momenti dove sembra avere un difetto nel modo di pensare, per poi stupire tutti con l’aprirsi mentalmente per provare davvero a capire, tutto per il grande amore che prova per davvero per il fratello e per Percy.
Un affetto sincero che va oltre ogni cosa.
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-Per quarto si affronta il tema del razzismo, nel XVIII secolo le persone di colore venivano ancora schiavizzate e trattate appunto come schiavi, camerieri, servitori.
Erano davvero rare le prime persone di colore libere e anche se lo erano, nessuno ci credeva, dando per scontato che “appartenessero a qualcuno”, come se una persona fosse un oggetto e non un essere umano con la propria coscienza, libero arbitrio, vita, sentimenti.
E quei pochi liberi, vengono visti dai molti come “pericolosi”, perché non sono controllati.
Si ritorna al punto sopra, “controllati”, come se fossero cosa? Oggetti? Bestie?
Assurdo, tutta questa cattiveria e razzismo, e Percy uno dei pochi ragazzi di colore libero e figlio di una famiglia aristocratica, deve costantemente vivere con gli sguardi della gente, con le malelingue.
Nessuno gli porta rispetto, se non poche persone.
Nessuno crede che sia un uomo libero, ma che sia il servitore di Monty e Felicity, che loro si portano dietro.
Non può neanche stare nelle cene di famiglia con ospiti “importanti”.
Percy vive questo costantemente, deve fare attenzione a cosa dire, a cosa fare.
Non può neanche arrabbiarsi se ha ragione in pubblico, sennò verrebbe considerato pericoloso, o una vergogna per la famiglia.
La gente gli sta lontano, non lo degna di uno sguardo, non gli parla.
Lo considerano un servitore, danno per scontato che lo sia.
Le persone di colore nel XVIII secolo dovevano lottare ancora più duramente di oggi.
Anche se purtroppo ancora oggi la situazione non è tanto rosea per loro.
Per fortuna per Monty, Felicity e altri, lui non è Percy l’uomo di colore, ma Percy, l’amico a cui tengono.
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-Per quinto, il tema della bisessualità e omosessualità.
All’interno del romanzo, troviamo finalmente tra i protagonisti un bisessuale.
Cosa veramente rara nei romanzi, di solito sono sempre o i co-protagonisti o secondari come personaggi.
All’interno della storia non troverete termini come “bisessuale” per Monty o
“omosessuale” per Percy.
Perché nel XVIII secolo questi termini non esistevano.
Nessuno era alla ricerca di termini giusti, non esisteva neanche il termine “eterosessuale”, perché si dava per scontato che l’unica forma di amore giusta fosse appunto quella tra uomo e donna, quindi non avevano bisogno di dare un termine.
Troverete termini come “sodomia”.
Nel XVIII secolo in alcune parti del mondo come l’Inghilterra, se qualcuno scopriva questi “atti”, come li definivano loro, venivano o condannati, o nella maggior parte dei casi messi al patibolo.
E Monty e Percy devono costantemente fare attenzione a qualsiasi loro gesto, parola e dover vivere in segreto.
Una vita per niente facile, in un’epoca dove quasi nessuno li accetta.
Un’epoca che li fa sentire costantemente in colpa, sbagliati, una vergogna.
Un’epoca estremamente difficile.
Un’epoca dove non conta l’amore o la felicità, ma l’apparenza e fare quello che dice la chiesa.
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In conclusione, ho trovato la stile veritiero, reale.
Durante la lettura percepivo quel senso di reale, veritiero nella storia e alla fine del romanzo leggendo le note dell’autrice, ci si rende conto dell’enorme lavoro che c’è dietro al romanzo.
Dello studio approfondito, che ha portato a farmi scoprire cose come il Gran Tour D’Europa che personalmente non conoscevo.
Ha scritto un mix di momenti e personaggi reali, e momenti e personaggi romanzati.
Davvero un connubio perfetto e accurato.
Finito il 12 settembre 2020.
Voto: 5/5.
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P.S. Edizione perfetta e curata, leggete anche le note dell’autrice, fidatevi.

“Percy solleva il capo mentre mi avvicino e guarda i miei doni con occhio incerto.
«Che cos’è?»
«È tè. Ti ho fatto del tè. Posso portarti qualcos’altro, se preferisci. Da qualche parte c’è del vino.»
«Cosa sta succedendo?»
«Boh. Cerco di dare una mano? Senti, non sei obbligato a berlo.»
«No… è… Grazie.» Prende la tazza dalle mie mani e centellina il tè con circospezione, poi tossisce e si dà un gran pugno sul petto.
«Ma… è tè, questo?»”

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