Anteprima di La guerra dei papaveri di R.F. Kuang.

Cari Readers! 😀
Benvenuti in questo Review Party organizzato da giulia.books, che ringrazio per avermi contattata! 😀
E la librimondadori per la possibilità di leggerlo in anteprima e per la copia.
E la oscarvault per la bellissima collana della Oscar Fantastica.
Prima di passare alla mia recensione, eccovi la trama!

“Impugnato un bastoncino, la censora si mise ad armeggiare con la lingua della ragazza. «Nessuna alterazione del colore. Va bene.Apri bene gli occhi.»
«Perché uno dovrebbe drogarsi prima di un esame?» chiese Rin mentre la censora le sollevava le palpebre. La donna non rispose.
Soddisfatta, indicò a Rin il vestibolo dove altri aspiranti studenti attendevano in una fila disordinata. I volti erano tesi dall’ansia e le mani vuote. Dato che le penne potevano contenere bigliettini con le risposte, non avevano portato con sé alcun materiale per l’esame.”

Titolo: La guerra dei Papaveri di R. F. Kuang.
Titolo originale:
Uscita: Il 13 ottobre 2020.
Pagine: 516.
Editore: Mondadori.
Collana: Oscar Fantastica. Oscar Mondadori Vault.
Costo:
Genere:
Trama: “Rin ha passato a pieni voti il kējǔ, il difficile esame con cui in tutto l’Impero vengono selezionati i giovani più talentuosi che andranno a studiare all’Accademia. Ed è stata una sorpresa per tutti: per i censori, increduli che un’orfana di guerra della provincia di  potesse superarlo senza imbrogliare; per i genitori affidatari di Rin, che pensavano di poterla finalmente dare in sposa e finanziare così la loro impresa criminale; e per la stessa Rin, finalmente libera da una vita di schiavitù e disperazione. Il fatto che sia entrata alla Sinegard – la scuola militare più esclusiva del Nikan – è stato ancora più sorprendente.
Ma le sorprese non sono sempre buone.
Perché essere una contadina del Sud dalla pelle scura non è una cosa facile alla Sinegard. Presa subito di mira dai compagni, tutti provenienti dalle famiglie più in vista del Paese, Rin scopre di avere un dono letale: l’antica e semileggendaria arte sciamanica.
Man mano che indaga le proprie facoltà, grazie a un insegnante apparentemente folle e all’uso dei papaveri da oppio, Rin si rende conto che le divinità credute defunte da tempo sono invece più vive che mai, e che imparare a dominare il suo potere può significare molto più che non sopravvivere a scuola: è forse l’unico modo per salvare la sua gente, minacciata dalla Federazione di Mugen, che la sta spingendo verso il baratro di una Terza guerra dei papaveri.
Il prezzo da pagare, però, potrebbe essere davvero troppo alto.”

“Se i comandi non sono chiari, allora è il generale a esserne responsabile. Ma se i comandi sono chiari e gli ordini non vengono eseguiti, allora la responsabilità è del capo della truppa”.

Recensione: “Rin sa fin dalla nascita che la sua vita non sarebbe stata facile.
Non in un mondo dove le persone credono nei ruoli sociali prestabili.
Una rigida gerarchia a cui tutti, volenti o nolenti, sono vincolati nell’esatto momento in cui vengono al mondo.
Una gerarchia che ovviamente fa comodo ai ricchi e potenti, ma per niente a chi deve vivere per le strade difficoltose dell’Impero.
E Rin sa che le sue scelte sono limitate, o si sposa giovane e accetta di obbedire ad un uomo.
Oppure diventare una prostituta nei bordelli peggiori.
Ma Rin, orfana di guerra costretta a vivere in una casa con due persone crudeli, non accetta nessuno dei due destini.
E quando viene venduta a soli 14 anni ad un uomo tre volte più grande di lei, non le resta che una sola soluzione: riuscire a superare il Keju, un esame complesso, difficile, dove i figli dei benestanti si preparano da tutta la vita.
E lei ha solo due anni per intraprendere tutte le arti e così avere una possibilità di salvezza e libertà.
Superare il Keju, vuol dire poter entrare nella prestigiosa Accademia Sinegard ed essere finalmente libera dalla schiavitù e dalla disperazione che gli zii adottivi l’hanno sempre costretta.
Il problema è che non tutto quello che luccica è oro.
Non ancora arrivata in Accademia, già si renderà conto dei pericoli che albergano per le vie della capitale.
Dietro ogni angolo un pericolo è li pronto ad aspettarla.
Lei determinata, dice che non le importa e che ce la farà.
Rin pensa di essere al sicuro una volta dentro le quattro mura dell’Accademia, quello che non sa e che apprenderà durante la prima lezione, è che il percorso non è sicuro per tutti quanti.
Non ha davanti a se cinque anni sicuri dove vivere, dormire, allenarsi, prendere in mano la sua vita.
Metà di loro non arriverà al secondo anno e quelli che non ce la fanno, vengono rimandati a casa.
Improvvisamente si renderà conto che l’Accademia forse non era la salvezza che credeva, ma che dovrà lottare ancora più duramente di quanto già pensava.
Non aiutano certi quelli che la bullizzano perché proviene dalla parte povera della sua città.
Tutti si chiedono come faccia ad essere li, anche i censori stessi.
Che volevano farle ammettere un crimine che non ha commesso, quello di aver barato.
La storia vera inizia dal momento che arriva in Accademia e la vedremo destreggiarsi tra le varie lezioni.
Lezioni per niente semplici le faranno capire che dovrà lottare con tutte le sue forze.
Lezioni che vanno dai combattimenti, per passare allo studio della medicina, della storia, strategia ecc….
Lezioni esasperanti, al limite della sopportazione.
In tutto questo, Rin dovrà fare i conti con i nemici che si è creata all’interno dell’Accademia.
Come se non bastasse, anche chi dovrebbe essere imparziale e trattare tutti allo stesso modo, cercherà di metterle i bastoni tra le ruote.
Quasi nessuno vuole Rin in accademia, e glielo fanno capire chiaramente.
Essere nata orfana ed essere cresciuta povera, a quanto sembra è una colpa sua e non dell’Impero che non cambia le cose.
Durante l’anno Rin si dimostrerà molto afferrata in strategia.
La sua intelligenza e preparazione verrà notata non solo dal maestro di strategia, ma anche da un maestro che sembra mal sopportare tutti gli studenti e su cui un alone di mistero avvolgerà la sua figura per molto tempo: il maestro di Demologia.
Verrà notata nonostante ci siano maestri che fanno due pesi e due misure, e cercheranno di ostacolarla per il suo essere una contadina/commessa, e non una discendente di uno dei signori della guerra.
Si percepisce che c’è del marcio nell’accademia, anche chi è a capo dovrebbe intervenire e non lo fa.
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Ho trovato lo stile narrativo troppo lento.
Ho faticato a proseguirne la lettura, anche per via dei troppi nomi un po’ difficili da seguire.
Ma il problema non sono i nomi, dopo un po’ si inizia a farci l’abitudine, alla fin fine si tratta di un romanzo ambientato in terre orientali in un certo senso.
Ispirato ad esse.
Il problema è che neanche dopo le prime cento pagine prende velocità.
Avrei preferito che l’autrice ci mostrasse un po’ di più i due anni in cui lei studia per il Keju.
Il primo anno passa nel giro di una pagina e sono rimasta un attimo perplessa.
Il secondo nuovamente passa in poco tempo, e praticamente non si capisce nulla di quel periodo.
Non sono riuscita a provare nulla nei confronti ne di Rin ne del maestro Feyrik.
Perché non ci viene mostrato, come faccio a viverlo, a percepirlo, se l’autrice non ce lo mostra?
Almeno una sessantina di pagine secondo me le poteva spendere per mostrare al lettore, come ha vissuto quei due anni di inferno dove praticamente la sua vita si divideva tra il lavoro da schiava al negozio, al suo studiare a tutte le ore libere, arrivando al punto di non dormire e avere una crisi di nervi.
Quando ho letto quei momenti, non ho provato nulla.
Perché le percepivo come semplici righe nere su un foglio bianco.
Accade tutto troppo velocemente, neanche l’esame viene mostrato in minima parte.
Nel giro di poco la troviamo in Accademia, pronta a iniziare il suo percorso all’interno di essa.
Penso che l’errore dell’autrice sia proprio questo.
Troppo veloce, ci presenta Rin già in quel modo.
Questo è un romanzo pieno di contraddizioni in un certo senso.
Da una parte ci mostra poco, dall’altra mostra troppo.
Dalla una parte lo trovo originale, da una parte mi ricorda troppo altre saghe/trilogie, -alcune scene almeno-.
Da una parte a volte lo stile è interessante e curioso, dall’altra la maggior parte è piatto, noioso, non trasmette nulla.
Questo è un romanzo che ha una base molto interessante, ma che non è stata sfruttata in modo adeguato.
Se da una parte il fascino orientale attira e conquista, dall’altra ci si ritrova con personaggi secondari poco approfonditi e pagine intere dove viene spiegata la storia delle guerre.
O spiega la storia in generale, priva di quel pathos che serve per catturare il lettore.
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Personalmente non sono riuscita a provare nulla per i personaggi, per la storia.
Va troppo veloce nel passare da un momento all’altro, non dicendo mai il giusto per ogni cosa.
Ho provato a finirlo, ma sinceramente mi sono dovuta fermare a pagina 232.
Raramente abbandono una storia, ma sinceramente dopo che uno arriva ad 1/3 del romanzo, e il lettore si ritrova ad aver sfogliato già tre anni di storia.
Tre anni che non vengono fatti vivere appieno, completamente.
Tre anni con troppi eventi consecutivi, confusi, diverse volte sono dovuta tornare indietro, sinceramente ho deciso di fermarmi.
Perché la lettura dev’essere un piacere, e sinceramente la stavo vivendo molto male.
Perché estremamente noioso per i miei gusti e molto confuso.
La storia di questo romanzo secondo me avrebbe dovuto diluirlo in due volumi e fermarsi a esplorare meglio alcune parti che ha lasciato non completamente chiare.
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Prendete questa recensione con le pinze, perché come ho ribadito sopra, mi sono fermata alla pagina 232 su 506.
Il romanzo è diviso in tre parti, io ho letto completamente la prima parte e l’ho abbandonato dopo una ventina di pagine della seconda.
Io sono una persona onesta e trasparente, e quindi tenete conto di questo: che non l’ho terminato.
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In conclusione, non mi è piaciuto.
Se da una parte apprezzo la determinazione di Rin nel voler combattere per cambiare la sua vita.
Dall’altra troppa storia, narrazione lenta e non sono riuscita ad entrare in sintonia con nessun personaggio.
Troppi personaggi poco esplorati, troppi resoconti di guerra.
Non vedevo l’ora di terminarlo.
Finito il 29 settembre 2020.
Voto: 2.75/5. (232/506 pagine).

“Imparò a dare forma all’aria con i pugni e a immaginare di avere una grossa sfera rotante tra le braccia che determinava le sue mosse. Imparò a tenere le gambe ben piantate a terra per impedire anche ad avversari del doppio del suo peso di atterrarla. Imparò a stringere i pugni con il pollice all’esterno per mantenere alta la guardia e proteggersi il volto. Imparò a spostare l’equilibro in fretta e senza difficoltà.
Diventò molto brava ad assestare pugni a oggetti fermi.”

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