Chi ce lo fa fare di andar per mare?! di Marinella Gagliardi Santi.

“Sarebbe opportuno calibrare meglio il sistema di allarme, non credi? Se no, ogni volta che si verifica un fatto simile, io posso perdere due anni di vita, minimo. A meno che non mi venga un infarto secco.”

Titolo: Chi ce lo fa fare di andar per mare?! di Marinella Gagliardi Santi.
Pagine: 168.
Editore: Il Frangente.
Trama: “Gusto per la scoperta, evasione, divertimento, emozioni: nel racconto di un viaggio a vela da Genova alle Egadi si può trovare tutto questo e molto di più. Sì, perché navigare significa imbarcarsi in imprese inaspettate e quando si parte novelli Ulisse per solcare il mare senza più voglia di fermarsi si deve essere pronti a tutto: lasciato l’ormeggio l’avventura è dietro l’angolo. E anche se si decide di sbarcare a terra per riposarsi dalle fatiche della navigazione ed esplorare isole e coste, non si può mai sapere come andrà a finire… Quando si viaggia in barca a vela, infatti, bisogna mettere in conto i disagi di una vita spartana e riuscire a far fronte a situazioni del tutto impensabili, ma cimentarsi con se stessi navigando è un’esperienza veramente impagabile. In queste nuove avventure a bordo di Vizcaya al racconto ironico di guai e peripezie si alterna e si sovrappone quel sentimento di pura felicità che solo la barca a vela sa regalare, l’entusiasmo di trovarsi in mare, tra vento e onde. I disegni di Davide Besana colgono momenti intriganti e divertenti del libro, accompagnati da altri, poetici.”

“Arare: lo spostamento dell’imbarcazione per lo scorrimento dell’ancora che non fa più presa sul fondo per il fonte vento o i colpi del mare.”

Recensione: “Quest’autrice riesce a farti entrare nella storia immediatamente.
Ha uno stile di scrittura scorrevole e coinvolgente, che fin dalle prime righe si ha la sensazione di essere all’interno della storia.
Accanto ai protagonisti e non seduti sul proprio letto a sfogliare il libro.
Mi era già capitato con “Burrasca per tre”, suo romanzo che ho apprezzato moltissimo.
In questa storia si percepisce chiaramente tutta la conoscenza dell’autrice sulla navigazione in mare e tutto il suo amore per quest’ultimo.
Ha un amore enorme per il mare e lo si percepisce in ogni singola parola che scrive nero su bianco.
Si ha la sensazione di poter toccare con mano questa sua enorme emozione ogni volta che va in mare.
Si percepisce che c’è del reale in questa storia, nulla è ricercato o studiato in giro.
Si percepisce che l’autrice ha intrapreso davvero questi viaggi, e ovviamente la storia è narrata anche in chiave ironica.
Questo è un racconto autobiografico di uno dei tanti viaggi dell’autrice con il marito.
Ci sono molti battibecchi divertenti tra i due protagonisti, momenti che fanno scorrere ancora più velocemente la storia e ti invogliano sempre di più a proseguirne la lettura.
Chiaramente questo libro è per chi ama il mare e per chi vuole avvicinarsi e conoscere il viaggio fatto in barca a vela.
Certamente se odiate il mare, non farà per voi questa storia.
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Una delle prime cose che si apprendono, è che non è un viaggio semplice.
Ma è un viaggio che sa essere estremamente difficoltoso, ma se iniziato con la voglia vera e la passione per la navigazione, tutti i disagi passano in secondo piano.
Se qualcuno vuole approcciarsi a questa esperienza, deve tener conto di moltissimi fatti.
Prima di tutto, dev’essere esperto della navigazione, della barca a vela, deve sapere orientarsi in mare e capire tutti i termini legati a questo viaggio, alla barca.
Deve saper aggiustare se qualcosa si rompe, deve saper combattere contro il vento, la pioggia, lo spostamento delle onde forti.
Capire quando issare la vela o usare il motore.
Deve in parole povere, sapere quello che bisogna fare e non partire all’avventura senza un minimo di conoscenza.
Perché sennò da viaggio di piacere, c’è il serio rischio che si trasformi non solo in un incubo, ma potrebbe trasformarsi in una tragedia.
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Personalmente sono rimasta molto affascinata da questa lettura, perché amo il mare, anche se non ci sono più andata da quando ero piccola purtroppo.
Con questo libro ho avuto la possibilità anche se solo mentalmente di viaggiare.
Ho avuto la possibilità mentre leggevo, di andare al mare in un certo senso.
Non avevo la sensazione di essere sdraiata sul mio letto a leggere, ma ero li accanto a Marinella e Rinaldo sul molo mentre scaricavano i bagagli e le provviste dalla macchina e li mettevano sulla barca.
Ero li con loro la prima notte di spavento quando è suonato il MOB, strumento che serve per avvertire se qualcuno si è allontanato troppo dalla barca, e poi invece era un falso allarme.
Ero con loro mentre costeggiavano la Corsica e sognavo mentalmente di visitarla.
Ero con loro quando decidevano di proseguire, invece di attraccare in un determinato punto perché l’avevano già visitato in un precedente viaggio.
Ero con loro mentre il maledetto vento decideva di cambiare all’ultimo secondo.
Ero con loro mentre si rendevano conto di aver dimenticato la tanica di benzina sulla barca, mentre loro erano già molto avanti con il gommone.
Ero con loro mentre litigavano con i maleducati che stavano per finirgli addosso.
Ero con loro quando il viaggio stava per finire e la vita di tutti i giorni stava per tornare prepotentemente.
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E’ sicuramente un viaggio selvaggio in un certo senso, non ha tutti i comfort che si possono trovare in altri viaggi.
Una volta che sei in mare, prosegui per la tua strada e sai che ci metterai del tempo prima di vedere un altro pezzo di terra, se decidi di proseguire.
Sai che dormirai veramente poco, sai che dovrai pescare anche per poter mangiare.
Un’avventura diversa e particolare.
Sicuramente affascinante, ma non per tutti.
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Voto: 5/5.”

“Drizza: cima usata per issare o ammainare una vela.”