Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.

“Il cinismo è l’arte di vedere le cose come sono, non come dovrebbero essere.”

Titolo: “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde.
Titolo originale: “The picture of Dorian Gray”.
Pagine: 304.
Editore: Giunti editore.
Trama: “Sicuro del suo fascino e della sua avvenenza, il bellissimo Dorian Gray conduce una vita sfrenata, fatta di piaceri e di vizi nella Londra di fine Ottocento. Gli anni passano ma il giovane sembra non essere soggetto alle leggi della natura…”






“I libri che gli uomini chiamano ‘immorali’ sono semplicemente libri che mostrano al mondo la sua vergogna.”

Recensione: “(Alta possibilità di spoiler!)
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Un quadro.
Un quadro può cambiare tutto?
Un quadro può cambiare le sorti di una persona?
Un quadro può invecchiare al posto di un’uomo?
Un quadro può portare i segni della cattiveria al posto di un’uomo?
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Nella Londra di fine 1800, un giovane ragazzo dalla rara bellezza perfetta, conduce una vita tranquilla, semplice.
Fatta di quelle gioie che riempiono la vita di una persona, affetti, passeggiate, chiacchierate, letture, teatro.
La sua bellezza è così rara che è diventato la “musa” di un pittore, che farà di lui tutto il suo centro.
Inizialmente non vorrà mai mostrare a nessuno il primo quadro del ragazzo, un dipinto così riuscito, così personale, da volerlo tenere nascosto.
Durante una delle sessioni lunghe e a volte noiose di pittura, dove il ragazzo è costretto a stare fermo, il ragazzo incrocierà la sua strada con quella di Lord Henry.
Un uomo crudele con il prossimo, privo di virtù, arrogante, egoista e alla costante ricerca del piacere.
Lord Henry non si cura dei sentimenti e dei pensieri altrui.
Lord Henry pensa solo a stesso.
Lord Henry sarà la rovina di questo giovane ragazzo che troverà sulla sua strada.
Ragazzo di cui invidia la bellezza e la giovinezza.
Lord Henry cercherà di rivivere i tempi perduti tramite esso.
Questo ragazzo si chiama Dorian Gray, ed è così che inizia la sua storia.
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Quando Dorian inizia a pensare seriamente all’età che avanza, pensiero che mai lo aveva sfiorato fino a quel momento, inizia a sentirsi perso.
Quasi gli manca l’aria e dalla disperazione esprime un desiderio proveniente dalla parte più terrorizzata e profonda di lui.
Dorian sogna che possa essere il quadro a invecchiare al posto suo.
Che possa essere il quadro a portare i segni della vita.
Solo in seguito si renderà conto che forse le sue parole sono state ascoltate dal destino.
Giorno dopo giorno amerà sempre di più la compagnia di Lord Henry, che lo porterà ad apprezzare i vizi, i piaceri più oscuri e segreti della Londra notturna.
Settimane dopo settimane, il tempo sembra non passare mai per Dorian.
Ma com’è possibile?
Com’è possibile che il ragazzo non invecchia, mentre intorno a lui ogni cosa sembra avvizzire con il passare del tempo?
Inizieranno le occhiate, i bisbigli, le malelingue, eppure Dorian continuerà la discesa verso l’indifferenza delle sue azioni.
Dorian scoprirà con piacere e passione il lato tenebroso di Londra.
Ma la vita prima o poi cerca sempre di tornare sulla retta via.
E il pericolo che qualcuno possa scoprire la verità è dietro l’angolo.
Cosa potrà mai fare Dorian per evitare che venga scoperto?
Cosa gli riservirà il destino?
Possibile che possa continuare a vivere una vita di sregolatezze, piaceri e vizi?
Possibile che possa davvero vivere una vita senza virtù e senza moralità?

Stile e trama.

Lessi per la prima volta questo romanzo nel 2018 e allora come adesso l’ho amato davvero tanto.
Lo stile risulta fin da subito scorrevole, coinvolgente e intrigante.
Solamente una decina di pagine mi hanno fatto storcere il naso per la lentezza, per il resto è stato un continuo voler sapere come proseguiva la storia.
Sicuramente è uno di quei romanzi che tutti almeno una volta nella vita dovrebbero leggere.
Non è solamente la storia di un ragazzo nella Londra notturna di fine 1800.
È la dimostrazione di come una persona cattiva, maligna, crudele, arrogante, egoista e senza scrupoli, possa traviare anche l’anima più pura e innocente, se troppo ingenua e con nessuno ad aiutarlo.
Perché questo è Dorian inizialmente.
Dorian è un giovane ragazzo ingenuo e affamato di vita.
Affamato di novità e di nuove conoscenze.
Dorian è gentile e di buon cuore, e ben disposto verso il prossimo.
Ma sarà proprio questo suo lato del carattere, quell’essere ben disposto verso chiunque pensando che tutti siano buoni dentro di se, che lo porterà a farsi trascinare e traviare da Lord Henry.
Dorian sarà portato da lui sulla via per diventare un uomo spregevole e crudele.
Non resta che scoprire cosa avverrà nel corso del tempo della loro conoscenza.
Non resta che leggere e scoprire quali terribili azioni esso compirà ormai spinto sulla perduta via.
Non resta che avventurarsi in questa storia, per scoprire se prima o poi Dorian si renderà conto delle sue azioni o se invece resterà perduto.
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A volte bisogna fare attenzione a quello che si desidera.
Bisogna fare attenzione di chi ci si fida.
A volte bisognare fare attenzione ai propri pensieri e gesti.
Tramite la lettura di questo romanzo si ha la possibilità di toccare con mano gli usi e costumi della Londra e dell’Inghilterra di fine 1800, ben diversa dall’Inghilterra dell’epoca di Jane Austen.
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Voto: 5/5″

“Per riacquistare la giovinezza basta solo ripeterne le follie.”


Dal romanzo al film.
(SUPER SPOILER DEL FINALE!!!)

Dorian Gray è un film del 2009 diretto da Oliver Parker.
I protagonisti sono Ben Barnes nel ruolo di Dorian Gray e Colin Firth nei panni di Lord Henry.
Il film è una rivisitazione del romanzo, per quanto sia comunque abbastanza fedele al 70%, ci sono atmosfere molto più gotiche e marcate rispetto al romanzo.
Alcuni momenti leggermente modificati, ma questo venne affermato già in precedenza.
La parola “rivisitazione” fa comprendere ciò, quindi sono stati onesti fin da subito.
Personalmente a me il film è piaciuto moltissimo, talmente tanto che grazie ad esso mi venne poi il desiderio di scoprire il romanzo.
Anche se il film lo vidi nel 2009, il libro lo lessi per la prima volta ben 9 anni dopo.
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Ci sono diverse differenze, in questo caso volute tra romanzo e film.
Oliver Parker ha volutamente dato un’atmosfera cupa, gotica, horror.
A partire dall’aspetto differente del personaggio.
Nel romanzo Dorian è biondo con occhi azzurri, la tipica super bellezza celestiale ai tempi di Oscar Wilde.
Nella Londra di fine 1800 e inizi 1900, la bellezza più pura è quella molto simile agli “angeli”.
Nel film vediamo come il fascino pericoloso è invece capelli neri e occhi scuri tendenti al nero, è Ben Barnes incarna perfettamente questa bellezza affascinante e pericolosa allo stesso tempo.
Ben ha una capacità recitativa incredibile, riesce a mostrare perfettamente ogni mutazione del personaggio.
È strabiliante osservarlo passare dal giovane, innocente e ingenuo Dorian.
Allo spietato, seducente e senza scrupoli che diventa in seguito.
Nel romanzo Dorian ama l’arte e la profondità inizialmente, infatti si innamora dell’arte di Sybil Vane, mentre nel film è interessato solamente alla sua bellezza.
Nel romanzo lui si innamora di quella che crede la vera personalità di lei, non tanto della sua bellezza.
Dorian la lascierà per questo motivo, un motivo specifico che riguarda la “perdita” della sua arte, quindi della persona che lui credeva di aver conosciuto.
Evito di entrare troppo nei dettagli.
Nel film per un altro motivo.
Nel film vengono mostrati diversi quadri/disegni di Dorian, nel romanzo sono solamente due.
Il quadro non viene mai esposto, nel film invece si.
Lord Henry non lo vedrà mai da mutato, nel film invece si.
Certi sotto intesi nel romanzo sono appunto nascosti tra le righe, in quanto nell’epoca in cui viveva Oscar Wilde, un’epoca bigotta e che non solo metteva in galera, ma condannava anche a morte, non poteva di certo esporre chiaramente.
Mi riferisco non solo a certi momenti di piacere e lussuria, ma anche al legame omosessuale che si comprende tra le righe, -per chi riesce a “vedere”-, tra il pittore e Dorian Gray.
Nel film vengono mostrate sia scene accennate, sia in modo più implicito il legame omosessuale.
Il finale è leggermente “diverso”, non di tanto, ma cambia il significato però.
Nel romanzo Dorian non si pente, non completamente, cerca solamente di redimersi rendendosi conto che Henry l’ha corrotto.
Ma allo stesso tempo non si pente delle scelte ormai compiute e cerca di cancellare le prove distruggendo il quadro.
Nel film invece si pente profondamente delle scelte che ha compiuto, accusando Lord Henry e distruggendo il quadro.
Quindi il significato cambia, anche se comprendo il motivo di tale cambiamento nella rivisitazione.
Il regista l’ha modificato secondo me, tenendo conto della nostra epoca.
Wilde aveva una visione cinica della vita, (comprensibile visto i suoi tempi).
Il regista tenta di dare una speranza di redenzione anche per persone come “Dorian Gray”.
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Per il resto il cast, la sceneggiatura, la regia, la fotografia, i costumi sono veramente perfetti e adatti.
Il regista è stato bravissimo secondo me nel riuscire a restare fedele nella vera essenza del romanzo, pur alterandone qualche passaggio.
Aggiungendo anche personaggi oppure enfatizzandone altri che nel romanzo hanno un riolo più marginale.
È ben recitato, ben diretto, ben scritturato.
In alcune scene addirittura sono state recitate le stesse frasi del romanzo, è incredibile quindi come sia riuscito a restare fedele, ma allo stesso tempo a dargli un suo tocco personale.
Una cosa che ho apprezzato nella rivisitazione è il finale in parte modificato.
Nonostante sia stato in parte cambiato il significato, come ho già detto sopra, io l’ho trovato molto coerente con il personaggio.
Nel romanzo Dorian non si pente, non completamente.
Si rende conto di essersi perduto, cerca di redimersi, ma allo stesso non si pente mai veramente.
Pensa che quello che ormai è stato fatto non può essere cambiato, quindi cerca di pensare solamente al futuro e cerca di distruggere le prove.
Non si rende conto delle conseguenze dello distruggere il quadro.
Lui si spaventa dell’aspetto del quadro, di quello che è diventato, cerca di distruggere il quadro per tentare di proseguire con una vita sulla retta via.
Ma nello stesso tempo, non si è pentito.
Mentre nel film si.
Nel film grazie alla figlia di Lord Henry di cui Dorian si innamora davvero, inizia a rendersi conto.
In parte si rende conto di quello che Lord Henry l’ha fatto diventare, durante il suo lungo periodo di assenza da casa.
Nel corso degli anni ha provato e vissuto ogni singolo desiderio che gli passava per la mente, per poi istigare involontariamente le male lingue su di se.
In parte quando torna e tutti incominciano ad etichettarlo come “demonio”.
In parte proprio per lei, lei che lo ama sinceramente contro tutti e tutto e lo difende.
Quando si renderà conto che il mostro nel quadro rischia di prendere il sopravvento, lo distrugge per proteggere lei e per redimersi, visto che è pieno di rimorsi sinceri per le sue azioni di tanti anni prima.
Io ho trovato questo cambiamento coerente con il Dorian del romanzo, in quanto Dorian era un bravo ragazzo.
Un ragazzo innocente, ingenuo, dai forti valori, che è stato traviato da Lord Henry.
Ma una volta che comprende tutto, si pente.
Io l’ho trovato coerente.
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Voto: 5/5″

“Lo scopo della vita è lo sviluppo di noi stessi, la perfetta realizzazione della nostra natura: è per questo che noi esistiamo.”