La locanda sul porto di Manuela Chiarottino.

“Un giorno Alaska mi ha detto che mi comportavo come un animale selvatico: mi avvicinavo a qualcuno ma pretendevo che non oltrepassasse il limite che avevo imposto, così come non facevo neppure io, impedendo di farmi conoscere davvero o di conoscere l’altro.”

Titolo: La locanda sul porto di Manuela Chiarottino.
Pagine: 228.
Editore: Triskeli Edizioni.
Trama: “Aidan è partito da un piccolo paese della Cornovaglia anni prima, cacciato dal padre per la sua omosessualità. Non sarebbe voluto più tornare, ma la morte del genitore lo costringe a farlo. Si sistema in una malridotta locanda sul porto di proprietà di Boyd, uno scozzese dal sorriso facile, la lingua lunga e un passato racchiuso in una cicatrice seminascosta dalla folta barba. Con suo stupore Aidan scopre che il padre gli ha lasciato il ristorante di famiglia, mentre la casa andrà a sua sorella Rose, che lo odia cordialmente. Intenzionato a vendere tutto e partire il prima possibile, giorno dopo giorno scoprirà che non è così facile come credeva. Rivedere quei luoghi, le brughiere, le scogliere che scendono ripide sull’oceano, andare a visitare la tomba della madre, entrare nel ristorante e rivivere ricordi dell’infanzia e soprattutto lo strano e intenso rapporto che si crea con Boyd, lo trattengono. Ma c’è anche qualcosa che deve scoprire: la morte del padre non sembra così naturale come tutti vogliono fargli credere.”



Recensione: (Possibili spoiler!) “Sono ormai dieci anni che Aidan vive a Londra, dopo che è stato costretto a lasciare il suo paese natale, perché cacciato dal padre e dalla sorella cattivi, bigotti e ignoranti.
Aveva 17 anni quando solo, senza un soldo e con i pochi vestiti che è riuscito a prendere, è partito per la volta di Londra.
Da li la sua vita è cambiata, dopo aver dormito per strada e rubacchiato per mangiare, sarà Alaska a salvargli la vita.
Così a 27 anni, ha finalmente una vita normale, con una casa, un lavoro e degli amici che gli vogliono bene e lo accettano per quello che è.
Quello di tornare indietro, in quel paese dalle strade intrise di bigottismo, cattiveria e omofobia, non era per niente nelle sue intenzioni.
Eppure un giorno viene chiamato da un notaio, che lo cerca per il testamento del padre appena morto.
Possibile che sia citato anche lui?
Controvoglia tornerà indietro e scoprirà che molte cose sono cambiate, altre no.
La sorella sempre cattiva uguale, ne lei ne il padre si sono preoccupati di cercarlo.
Riceverà il ristorante di famiglia in eredità, ristorante che forse non vuole o forse si.
Lui sa che la sua vita è a Londra ormai e li vuole tornare.
La sua vita viene sconvolta in quei giorni dall’incontro con Boyd, proprietario di una locanda ancora in pieno sviluppo.
Nascerà un feeling particolare tra loro, ma può una conoscenza di qualche giorno stravolgere la sua vita?
E la sorella cosa nasconde davvero dietro al suo volergli prendere il ristorante?
Quali scheletri si nascondono nei suoi armadi? (della sorella).
Quali dolorosi segreti nascondono Aidan e Boyd?
Riuscirà Aidan a far pace con il passato?
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Fin dai primissimi incontri tra Aidan e la sorella, il lettore può percepire che qualcosa non va.
Rose nasconde un segreto, un secondo fine, lo si percepisce.
Il lettore avrà un sesto senso in questo, perché qualcosa non  quadra
In più Aidan verrà a conoscenza di alcuni fatti e i sospetti aumenteranno sempre di più.
Un colpo di scena dietro l’altro, rivelerà ad Aidan che non tutto è come sembra e dovrà capire cosa fare.
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Una cosa che io personalmente apprezzo sempre, è l’alternarsi della storia tra presente e passato.
E avviene anche in questa scorrevole e coinvolgente lettura.
La narrazione verrà spezzata da racconti del passato, che avvengono sia tramite incubi/sogni, sia raccontati a voce dal protagonista.
Una storia mai noiosa e mai banale, che mostra anche la realtà della vita nei paesini che è praticamente simile in tutto il mondo.
Le male lingue sono ovunque e purtroppo non si può far nulla per farle smettere.
La maggior parte delle persone giudicherà sempre, sta a noi decidere come reagire.
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L’autrice trasporta il lettore in quella locanda sul mare un po’ mal messa.
Facendoti immaginare di assaggiare una delle famose torte di Boyd e riesce a farti percepire il rumore del mare.
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Il finale l’ho apprezzato in parte e in parte no.
Ma questa è una mia percezione personale.
Non  ritengo veritiera la tempistica in cui si sono svolti gli avvenimenti tra Aidan e Boyd.
Non penso che due persone possano stravolgere così le loro vite, per l’altro che conoscono da qualche giorno.
E poi personalmente non ho apprezzato alcuni comportamenti di Boyd.
Per il resto è una lettura che consiglio e che ho apprezzato.
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Voto: 4.25/5.”