Tartarughe all’infinito di John Green.

“La vita è una storia che si racconta di te, non una storia che racconti tu.

Titolo: Tartarughe all’infinito di John Green.
Titolo originale: Turtles All the Way Down.
Pagine: 337.
Editore: Rizzoli.
Trama: “Indagare sulla misteriosa scomparsa del miliardario Russell Pickett non rientrava certo tra i piani della sedicenne Aza, ma in gioco c’è una ricompensa di centomila dollari e Daisy, Miglior e Più Intrepida Amica da sempre, è decisa a non farsela scappare. Punto di partenza delle indagini diventa il figlio di Pickett, Davis, che Aza un tempo conosceva ma che, pur abitando a una manciata di chilometri, è incastrato in una vita lontana anni luce dalla sua. E incastrata in fondo si sente anche Aza, che cerca con tutte le forze di essere una buona figlia, una buona amica, una buona studentessa e di venire a patti con le spire ogni giorno più strette dei suoi pensieri.”


“E’ raro trovare qualcuno che veda lo stesso mondo che vedi tu.”

Recensione: “Immaginate di alzarvi, lavarvi, vestirvi e scendere tranquillamente a fare colazione.
Uscire tranquillamente sotto il sole o la pioggia e proseguire per il vostro cammino.
Andare a scuola o al lavoro.
Oppure semplicemente a fare una passeggiata.
Immaginate invece di essere intrappolati nella vostra mente.
Mente che vi fa andare in ansia, paranoia e panico puro per i batteri che ci circondano.
Sono ovunque, su ogni superficie, sugli oggetti, dentro di noi.
Immaginate di finire in una spirale di pensieri che vi farà credere di essere infettati, malati, che potreste morire da un momento all’altro per colpa di un batterio sfiorato nel prendere i mezzi pubblici o nello sfiorare una superficie con un graffio su un dito.
Iniziate così a star male e non sapete cosa fare.
A mente lucida vi renderete conto poi a volte di esagerare, ma al momento finite in un vortice di paura, dolore, angoscia, paranoia e non sapete cosa fare.
Come uscirne.
Vi rendete conto di aver un problema, ma sapete che resterà sempre li.
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È questo che vive costantemente Aza.
Aza ogni giorno deve fare i conti con i propri pensieri.
Pensieri che a volte diventano così forti da sovrastare qualsiasi rumore, qualsiasi altro pensiero che non siano quelli in cui inizia a pensare che se non farà qualcosa per quel taglio, potrebbe infettarsi seriamente.
Potrebbe poi venirle una malattia, aggravarsi e morire.
Oppure che sono i batteri che ognuno ha nel proprio corpo a mangiare quello che lei mangia, ecc…
Aza sa a volte di essere difficile da gestire, sa di essere difficile da amare.
Aza ha solamente sua madre e la sua migliore amica che la vogliono veramente bene e che la conoscono profondamente.
Aza e Daisy conducono una vita tipica da adolescenti.
Vanno a scuola, studiano, escono, parlano, si confidano.
Quando un giorno d’improvviso viene emessa una ricompensa di centomila dollari per ritrovare un miliardario scomparso.
Aza di certo non pensava di restare coinvolta nell’indagine, ma Daisy pensa che sia un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
Centomila dollari potrebbero davvero aiutarle.
Il caso vuole che Aza conosceva il figlio: Davis.
Così, nell’iniziare ad indagare sulla misteriosa scomparsa del signor Russell Pickett, Aza e Daisy forse troveranno molto di più sulla strada lastricata di indizi.

Stile e trama.

Lo stile di John Green è sempre scorrevole e coinvolgente.
Ha un modo di narrare che riesce a farti sentire accanto ai protagonisti, così si ha la sensazione di vivere la storia insieme a loro.
Questo non è un romanzo per tutti forse, essendo un po’ impegnativo visto l’argomento, anche se secondo me dovrebbero leggerlo tutti.
Fondamentalmente le trame principali sono due all’interno del romanzo.
Da un lato vedremo Aza alle prese con le indagini sulla scomparsa del signor Pickett insieme a Daisy.
Dall’altro lato vedremo la lotta interiore di Aza, la battaglia giornaliera contro il suo disturbo, contro la sua mente che le gioca spesso brutti tiri.
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La salute mentale è quindi uno dei perni principali di questa storia.
Uno dei motivi per cui apprezzo la penna e le storie di John Green, è proprio questo.
John parla tranquillamente sia di salute fisica che mentale nei suoi romanzi, argomenti che purtroppo ancora oggi vengono visti come un tabù, soprattutto la salute mentale.
Lui invece ha scritto una storia intera su questo, mettendo la salute mentale come storia principale nella narrazione, mettendoci poi affianco o di contorno direi io, il mistero dell’indagine.
Esplora a fondo quello che chi ne soffre prova e quello che provano le persone che li circondano e li amano.
Esplora le molte sfide che giornalmente devono superare e cerca di far riflettere tutte quelle persone che in modo superficiale minimizzano questi problemi.
Perchè le persone che soffrono di salute mentale, non devono sentirsi sbagliate.
Non devono isolarsi o essere isolate.
Non devono avere paura di parlare dei loro problemi con qualcuno.
Devono potersi sentire al sicuro nel confidarsi e meritano di essere comprese e amate come tutti.
Negli anni ho letto pareri contrastanti su questo romanzo, ma John Green è così, o lo si ama o lo si odia.
Le sue storie sono sempre particolari, quindi è difficile trovare una via di mezzo.
Avrei voluto girare pagina e trovare ancora altro, saperne di più, ma purtroppo ogni romanzo ha la sua fine.
Inoltre, potrete trovare una bellissima amicizia che va al di la di tutto.
Va oltre i pregiudizi.
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Come la prima volta che lo lessi, il mio voto è: 5/5.”

“Quando perdi qualcuno capisci che prima o poi perderai tutti.”