Le piccole storie della locanda Kamogawa: Vol. 2 di Kashiwai Hisashi.

Titolo: Le piccole storie della locanda Kamogawa (#2) di Kashiwai Hisashi.
Titolo originale: 鴨川食堂おかわり
Pagine: 168.
Editore: Einaudi Editore.
Trama: “Nelle stradine di Kyoto si alternano rivenditori di tonache buddiste, botteghe di souvenir, palazzi di uffici. Poi, in un vicolo di Shomen-dori, c’è il ristorante Kamogawa: un luogo caldo, appartato. Un posto dove riassaporare i propri ricordi. Dopo “Le ricette perdute del ristorante Kamogawa”, il secondo, stupefacente capitolo dei detective del cibo: Kamogawa Nagare e sua figlia Koishi. A gestire il ristorante Kamogawa, ormai da anni, ci sono un padre e una figlia, conosciuti a Kyoto come gli investigatori degli enigmi culinari, poiché abilissimi nel rintracciare gli ingredienti perfetti per i piatti del cuore di ogni avventore: come Kitano Kyosuke, nuotatore olimpionico ossessionato dal bento all’alga nori preparatogli dal padre ogni giorno; o Takeda Kana, giornalista gastronomica che vorrebbe scoprire il segreto del cibo preferito di suo figlio, all’apparenza un semplice hamburger; oppure Onodera Katsuji, che sogna di mangiare ancora una volta la soba cinese che ordinava a una bancarella e rivivere così certi istanti della sua giovinezza. Tra tofu, germogli di bambú, tè matcha, alga wakame e decine di altri sapori, sarà lo chef Nagare ad aiutarli, scovando le ricette che cercavano e gettando una luce tutta diversa sui momenti più significativi delle loro vite.”

Immagine trovata ONLINE

Recensione: “E’ possibile essere nuovamente avvolti dalla dolce fragranza e riassaporare le prelibatezze tanto amate in passato?
Nel ristorante Kamogawa è possibile.
Come?
Si viaggia per caso indietro nel tempo?
No, niente di tutto questo, almeno non fisicamente parlando.
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In questo secondo volume ritorniamo per le strade di Kyoto a percepire quel sentore antico di vecchie ricette perdute nel corso del tempo.
Anche questa volta padre e figlia cercheranno di riportare alla luce odori e sapori rimasti impressi nei ricordi dei clienti, ma frammentati nel corso del tempo.
Ogni cliente che si avventura alla ricerca di un passato lontano o vicino, lo fa per rivivere un momento o un ricordo legato ad un particolare piatto.
Può essere un modo per rivivere nuovamente un momento che li fa stare bene, per poi tentare di ricrearlo a casa.
Oppure un modo per tentare di andare avanti dopo un evento tragico.
Anche questa volta tramite indagini degne di una detective della polizia, Koishi tra una domanda e l’altra ogni volta inizierà una ricerca nel tempo.
Ricerca degli ingredienti giusti, della spezia segreta, del luogo dov’è possibile che nel passato siano stati acquistati.
Mentre Koishi viaggierà metaforicamente parlando nel passato, il padre Nagare intratterrà i clienti fino a quando giungerà il momento della prova decisiva.
Per ogni cliente è sempre diverso, eppure gli insegnamenti che questa fiaba moderna da sono simili.
E’ giusto ricordare il passato e non dimenticare, ma è altrettanto giusto provare a tentare di andare avanti.
Tra una ricerca e l’altra dell’ingrediente perfetto, forse verranno alla luce verità nascoste.

Stile e trama.


Anche questa volta nonostante abbia tutti gli ingredienti dello stile tipico Giapponese, ho trovato diversi passaggi lenti che mi hanno rallentato la lettura.
Le storie sono interessanti e coinvolgenti, apprezzo sempre l’idea di base del ristorante in cui grazie al ritrovamento di una ricetta perduta, una persona possa rivivere un momento perduto nel tempo.
Rivivere quelle sensanzioni a lungo dimenticate.
È una fiaba moderna con tinte leggere di mistery.
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Una cosa che ho apprezzato nuovamente tanto di questi due volumi, è come fuoriesce per bene la cultura Giapponese.
Il loro modo di essere, totalmente differente da quello nostrano.
Durante la lettura del primo romanzo, abbiamo appreso che padre e figlia non si fanno pagare subito.
Se sei un nuovo cliente ti fanno anche vivere un’esperienza particolare, facendoti mangiare un qualcosa scelto da loro.
Poi ti ascoltano, prendono appunti e iniziano le loro indagini.
Il pagamento delle varie indagini, della pietanza richiesta cucinata e della prima consumazione, avviene solamente in seguito e solamente se il cliente è soddisfatto.
Non solo fanno decidere al cliente quanto pagare, lasciandoli liberi di pagare in base alla loro soddisfazione.
Danno al cliente il codice del conto bancario e li fanno andare via tranquillamente.
Consapevoli che se saranno soddisfatti, pagheranno.
È una cosa strabiliante.
Una cosa del genere qui in Italia è impensabile, nessuno si fiderebbe a fare una cosa del genere ed è una cosa triste.
Perché effettivamente qua in molti sarebbero disonesti e non pagherebbero.
Ora, qua è un romanzo chiaramente, ma si ispira veramente al loro modo di essere.
Basta seguire qualche programma che parla della loro cultura o leggere qualche libro su di loro.
In Giappone sono pochi i criminali, perché hanno un modo del tutto diverso di approcciarsi alla vita.
Hanno estremamente rispetto per il prossimo, sono molto integri, onesti, difficilmente qualcuno ruba o nel caso qualcuno compia qualche terribile azione, porta vergogna non solo la persona in questione, ma anche l’intera famiglia.
Fatto che NON è giusto ovviamente, ma che allo stesso tempo li frena e li fa fermare due volte a pensarci.
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Lo consiglio agli amanti dei romanzi Nipponici, anche se è leggermente sotto tono rispetto ad altri.
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Voto: 4/5″.