Fahrenheit 451 di Ray Bradbury.

“Sono un po’ asociale, non mi piace mescolarmi. E’ strano perché in fondo la società m’interessa, ma tutto dipende da cosa s’intende per stare insieme, non credi? Per me significa parlare con persone come te di certe cose. O discutere su com’è strano il mondo. Essere insieme a qualcuno è bello, ma mettere insieme un mucchio di persone e non farle parlare seriamente non è sociale, ti sembra?”


Titolo: Fahrenheit 451 di Ray Bradubury.
Titolo originale:
Pagine: 177.
Editore: Mondadori.
Collana: Oscar moderni.
Trama: “Montag fa il pompiere in un mondo in cui ai pompieri non è richiesto di spegnere gli incendi, ma di accenderli: armati di lanciafiamme, fanno irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li bruciano. Così vuole fa legge. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine. Finché, dall’incontro con una ragazza sconosciuta, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di una vita diversa, un mondo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica.”

“Nei libri dev’esserci qualcosa, non possiamo immaginare cosa, che spinge una donna a bruciare con la sua casa. Dev’essere così, non ti fai ardere vivo per niente.”

Recensione: “Erano anni che lo volevo leggere e finalmente sono riuscita ad acquistarlo. Mi è piaciuto veramente tanto, anche se troppo breve.
Questo romanzo è stato scritto e pubblicato nel 1950, ma è così attuale in un certo senso.
Ovviamente Bradbury voleva “denunciare” la società dell’epoca, come dice anche Neil Gaiman nell’introduzione (dipende dall’edizione che avete), all’epoca con l’uscita della tv, la radio stava perdendo terreno e anche i libri venivano letti di meno. E le persone tendevano a guardare solo quello che passavano in tv.
Con il rischio di non conoscere più le vere cose, ma di essere “imbambolati” da quello che passavano in tv.
Nel corso della lettura, mi si accapponava la pelle a immaginare la scena di questi “pompieri” che invece di spegnere incendi li appiccavano, bruciando tutta la casa di chi aveva libri.
Una cosa atroce che non riesco e non voglio immaginare.
Molti non lo capiranno mai, chi non legge non lo capirà, ma i libri danno la conoscenza del mondo, del modo di vivere, danno l’intelligenza, l’indipendenza, danno diverse prospettive di una situazione.
Mostrano la verità!!!
Nel libro è stato censurato e cancellato quasi tutto, e chi è al comando ha cambiato la storia a proprio piacimento per tenere in scacco le persone.
E le persone non possono scoprire la verità, senza i libri che la raccontano.
A parte quei pochi che li hanno e vivono nel terrore di essere scoperti.
Perché la lettura rivela anche i modi e i costumi di una società nel momento in cui vengono scritti.
E raccontano la storia come nei libri di storia.
Penso che in parte sia attuale per altri motivi, come i ragazzi che usano troppo la tecnologia e hanno quasi smesso di parlare di persona.
E per altre cose molto simili, visto che nel libro viene accennato il fatto che nel 2022 sopravvivono a due attacchi nucleari. E’ spaventoso quanto suoni profetica la cosa.
E l’ha scritto nel 1950, rendiamoci conto. Sembra che Bradbury abbia visto già bene la situazione.
D’altronde, l’uomo non si smentisce mai, se non fa la guerra non sta bene.
Penso che dovrebbero leggerlo tutti questo romanzo, almeno una volta nella vita.
Io vorrei che i giovani d’oggi capiscano l’importanza dei libri, della lettura.
Perché sapere è potere.”
Scritta il 9 agosto del 2018.
Voto: 5/5.

“Ho pensato ai libri. Per la prima volta mi sono reso conto che dietro ogni libro c’è un essere umano. Un essere che ha dovuto pensarlo e usare il suo tempo per metterlo sulla carta. Non ci avevo mai riflettuto prima. Ad alcuni ci è voluta una vita per scrivere quei pensieri, frutto dell’osservazione del mondo e della vita: poi arrivo io e in due minuti, bum, è tutto finito.”