Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald.

“Tu da solo vali più di tutti loro messi insieme.”

Titolo: Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald.
Titolo originale: The Great Gatsby.
Pagine: 175.
Editore: Newton Compton Editori.
Collana: I MiniMammut.
Trama: “L’essenzialità, la finezza descrittiva e la nitidezza del procedimento narrativo (la storia è raccontata attraverso il punto di vista di Nick, vicino e amico di Gatsby), la creazione sapiente di personaggi indimenticabili hanno fatto ormai di questo romanzo un punto fermo, un “classico moderno”. Lo scenario è quello dei frenetici anni Venti, di cui Fitzgerald stesso e la moglie Zelda furono favolosi protagonisti tra New York, Parigi e la Costa Azzurra. Attraverso le sue feste brillanti e stravaganti, il lusso e la mondanità di cui si circonda, il “grande Gatsby”, il misterioso, affascinante e inquieto protagonista, non mira tuttavia che a ritrovare l’amore di Daisy. Ma è possibile ricatturare il passato? Al di là della romantica suggestione, il sogno di Gatsby diventa emblema di un sogno di assolutezza, come l’originario “sogno americano” di un Mondo Nuovo, che, come ogni sogno di purezza astratta, la realtà frantuma e disperde. Molti grandi attori hanno prestato il loro volto a Gatsby e Daisy, tra i quali Robert Redford e Mia Farrow nel 1974, Leonardo di Caprio e Carey Mulligan nel 2013.”

Recensione: “Iniziare “Il grande Gatsby”, vuol dire immergersi nell’America degli anni’20.
Quei  famosi anni che sono stati bellissimi da una parte per quanto riguarda la moda per esempio.
Con abiti più pratici e corti per stare dietro al movimento sempre più frenetico delle donne.
Alle feste sempre più ricche e sfarzose delle persone agiate, alla nascita di balli come il Charleston, il fox-trot e la diffusione del Jazz.
Per passare ai momenti più neri di quel decennio, non solo il crollo del ’29, ma anche il periodo del proibizionismo, della xenofobia e dell’isolazionismo.
E possiamo toccare non solo con gli occhi, ma anche con i’immaginazione, questi famosi anni ’20 grazie alle parole e alla descrizione di Francis Scott Fitzgerald, che visse insieme alla moglie Zelda in quegli anni.
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L’intera storia di Gatsby è raccontata dal suo amico Nick, che nell’anno 1922, decise di andare West Egg per imparare il lavoro della Borsa.
Reduce dalla guerra, era alla ricerca di qualcosa e fù così che si ritrovo circondato da persone false, superficiali, ipocrite, cattive, egoiste, meschine e traditrici, che non fecero che aumentare il suo cinismo e diffidenza verso le persone.
Già accentuato dalla guerra.
Ma nel corso del suo cammino, incontrò un’unica persona gentile e onesta come lui: Gatsby.
Gatsby che meritava il meglio dal mondo, ma che invece non ha fatto altro che rispondere alla sua gentilezza con cattiveria.
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Gatsby come scoprirà Nick un po’ alla volta, ha avuto una vita difficile e un grande amore.
Un amore che l’ha portato ad acquistare con fatica quell’enorme casa.
A circondarsi continuamente di gente sconosciuta, con l’unica speranza di vedere un giorno entrare Daisy ad una delle sue feste.
Gatsby ha fatto di tutto per rendersi degno di lei, del suo amore.
Ma con il passare del tempo, Nick capirà che nessuna di quelle persone false, senza morale e piene di egoismo e ipocrisia, si meritava una persona come Jay Gatsby.
Capirà di esserne sempre di più nauseato e di volersene andare, lasciare tutta quella falsità, cattiveria e marciume che dilaga per le vie.
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Ho scoperto questa storia grazie al film con Leonardo Di Caprio nei panni di Gatsby.
E sicuramente lo stile narrativo e quello cinematografico sono due stili di narrazione diversi.
Ma mentre nel film la storia inizia subito velocemente, nel romanzo ovviamente l’inizio risulta leggermente lento.
Ma è normale, Francis sta introducendo il lettore nella sua storia.
Nella storia di Nick che racconta del suo incontro con Gatsby.
Sono rimasta affascinata subito da questo mondo, ho sempre voluto sapere qualcosa degli anni’20, quelli che insieme agli anni ’30, più mi affascinano del secolo scorso.
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Nel romanzo si può intuire un po’ la vita tormentata e travagliata che lo stesso autore ha vissuto.
Questo romanzo fece molto successo, eppure qualche anno dopo Francis morì dimenticato da tutti nel mondo di Hollywood, che prima l’ha osannato e poi dimenticato.
E leggendo una parte di biografia nell’introduzione, riesco a percepire un qualcosa dell’autore nell’enorme infelicità di Gatsby, sempre alla ricerca della felicità.
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Sia con il film, sia adesso con il libro, ho sempre avuto la sensazione che Jay Gatsby fosse un uomo troppo buono, troppo gentile.
Troppo per quel mondo marcio, per quell’ambiente dove l’apparenza e la ricchezza erano tutto.
Un uomo buono infelice, alla costante ricerca della felicità.
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La fine spezzerà il cuore ad ogni lettore che deciderà di avventurarsi in questa avventura.
Voto: 4.5/5.